Il virus del cambiamento

C’è una remota possibilità che questo virus sia comparso per darci un’opportunità per redimerci e salvarci.

Siamo in troppi sulla terra e non riusciamo a vivere in maniera ecosostenibile, consumiamo come delle locuste e inquiniamo aria, acqua e terra. Parafrasando l’ultimo report dell’IPCC (il gruppo di lavoro che monitora i cambiamenti climatici e valuta lo stato di salute della Terra), se non smettiamo immediatamente di inquinare, continueremo letteralmente a cuocere a fuoco lento per i prossimi dieci o venti anni e poi raggiungeremo entro fine secolo temperature medie di 2 o 3 gradi superiori alle attuali, che scateneranno condizioni climatiche e cataclismi così estremi che in breve tempo la razza umana sparirà dalla faccia della terra.

Con la prima ondata pandemica e il susseguente lockdown la nostra madre Terra ha preso una boccata d’aria: è crollato l’inquinamento (incluso quello acustico), e le emissioni di CO2 sono crollate del 7%, gli animali si sono riappropriati dei loro spazi, gli alberi e le piante si sono rinverditi. L’essere umano ha rischiato di diventare migliore: i conflitti si sono bloccati, ci siamo uniti nella lotta contro il virus, abbiamo dimostrato compassione, altruismo, generosità, abbiamo aiutato il prossimo in difficoltà. Medici e operatori sanitari hanno combattuto valorosamente per salvare il maggior numero di vite umane, gli scienziati di tutto il mondo hanno collaborato per trovare una soluzione, una cura per questa malattia, la filiera dei prodotti, specialmente farmaceutici ed alimentari, ha retto grazie ad altri eroi, dagli impiegati ai trasportatori e ai cassieri, che a loro rischio pericolo ci hanno evitato una possibile carestia. L’Europa si è unita veramente, inventando un meccanismo di credito per aiutare i Paesi in maggiore difficoltà, cercando di stabilire strategie comuni, investendo coralmente sulla ricerca.

Poi è avvenuto un miracolo, in tempi rapidissimi, quest’essere meraviglioso e brillante che è l’uomo, ha creato un vaccino contro questo virus, anzi almeno due tipi di vaccino, di cui uno di nuova generazione, che deriva dalle sperimentazioni contro i tumori (e che quindi in un prossimo futuro potrebbe essere usato per sconfiggere il cancro). E a seguire è avvenuto un altro miracolo della produzione e della logistica, questo vaccino è stato prodotto in quantità sufficiente ed è stato messo a disposizione di TUTTI noi, ad esempio nel nostro Paese in appena 7 mesi sono stati vaccinati 40 milioni di italiani (il 67% della popolazione) e quasi 34 milioni hanno completato il ciclo (56%).

Ma nel frattempo noi siamo rapidamente tornati alle vecchie e cattive abitudini: abbiamo riiniziato ad inquinare (tornando ai livelli di emissione del 2019), a farci la guerra, a dividerci e litigare, la maggior parte dei politici sono tornati a fare i loro interessi (o quelli dei loro amici), abbiamo perso l’opportunità di investire veramente i fondi europei nella transizione ecologica, e nel frattempo abbiamo iniziato a prendere sottogamba il virus, che per sua natura si replica e ogni tanto muta creando le cosiddette varianti, e sono arrivate la seconda e la terza ondata, altri malati, altri morti e ulteriori misure di controllo e distanziamento…

Quale è il ruolo del sistema Terra sull’evoluzione di questo virus? Facciamo un ipotesi: con un lockdown totale e ad oltranza il virus non avrebbe avuto modo di replicarsi, ma probabilmente nel frattempo un buon 5% della popolazione mondiale sarebbe morta di fame, e se d’altro canto non si fosse messa in atto nessuna forma di lockdown probabilmente avremmo perso comunque il 5% della popolazione mondiale (dal 2 al 3% per la mortalità media del virus e il resto per tutte le altre malattie e incidenti che un sistema sanitario in tilt non avrebbe potuto curare, da una banale appendicite o una tonsillite batterica, alla rottura di un arto, tumori, infezioni eccetera). Quindi l’effetto ai due estremi sarebbe stato quello di eliminare una grossa fetta di popolazione mondiale, con conseguente riduzione dei consumi e dell’inquinamento, che per il sistema Terra sarebbe un vantaggio e che, in fin dei conti, lo sarebbe anche per la restante parte della popolazione, perché allontanerebbe il verificarsi degli effetti catastrofici del riscaldamento globale.

Il 5% di una popolazione mondiale di 7,9 miliardi di persone significherebbe quasi 400 milioni di morti, mentre i dati ufficiali da febbraio 2020 ad oggi parlano di 4 milioni e 310 mila morti, su un totale di 200 milioni di contagiati; ma l’OMS stima che i morti reali siano il doppio se non il triplo, quindi almeno 10 milioni di morti, tra misure di contenimento, cure e vaccini, che è un numero che fa rabbrividire, ma non è niente rispetto al numero di morti che questo o un altro virus avrebbe potuto provocare… o che potrebbe ancora provocare…

La Terra è un sistema complesso che si autoregola, gli esseri umani sono il virus che sta esaurendo tutte le risorse e sta compromettendo tutti gli ecosistemi della Terra, siamo cresciuti a dismisura e con l’attuale regime di consumi le risorse non sono più sufficienti, se non riduciamo immediatamente i consumi e l’inquinamento, adattandoci al sistema e diventando in un certo senso “endemici”, la Terra troverà il modo di eliminarci o di ridurci in maniera considerevole.

Questa pandemia è un segnale forte che ci deve fare riflettere e comprendere che siamo parte integrante di questo sistema e che siamo piccoli, fragili e quasi inermi rispetto a problematiche ad impatto globale quali una pandemia, e deve portare chi ci governa a lavorare per trovare al più presto soluzioni reali ai nostri problemi principali, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, in particolar modo quelle non rinnovabili, e l’inquinamento, da cui conseguono carestie, guerre e il riscaldamento globale che ci porteranno inevitabilmente all’estinzione.