Gli eventi climatici estremi

Noi siamo l’ambiente cap.14 –

Gli eventi climatici estremi non sono più un’eccezione, a meno che non sia diventato semplicemente un argomento più trendy, vediamo:

Secondo il rapporto di Legambiente del luglio 2022, dal 2010 a luglio 2022 in Italia si sono verificati 1318 eventi estremi.

In particolare analizzando gli ultimi 3 anni notiamo che:

  • Nel 2021 si sono verificati in Italia 187 fenomeni meteorologici estremi (1 ogni 2 giorni) che hanno provocato 9 morti oltre a gravi danni al territorio.
  • Nel 2022 sono stati 310 (un aumento del 55% rispetto all’anno precedente) e hanno provocato 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni sono stati i fenomeni che hanno fatto segnalare l’incremento più significativo.
  • Nel 2023 si sono verificati ben 378 eventi estremi (+22% rispetto al 2022), in media più di uno al giorno, con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone.

Difficile non notare un trend di crescita allarmante!

Secondo il nuovo rapporto di città clima di Legambiente, il 55% ha interessato le regioni del nord, con 210 eventi estremi in un anno, più del doppio rispetto ai 98 del centro e tre volte rispetto ai 70 del sud. In aumento rispetto allo scorso anno soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170%), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150%), le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%).

Gli eventi estremi possono verificarsi ovunque, come dimostra il nubifragio dello scorso 22 agosto a Nicosia, che in poco più di due ore ha riversato ben 107mm di pioggia sulla nostra città, rispetto ad un totale annuale medio di 700mm, ovvero in sole 2 ore un settimo della pioggia che mediamente cade durante tutto l’anno. Pioggia mista a grandine (per fortuna di dimensione normale) e raffiche di vento che hanno causato molti danni, ma che per fortuna non hanno causato danni alle persone.

Quale è il costo di questi eventi estremi? Secondo le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente, tra il 1990 e il 2021 gli eventi meteo estremi hanno causato in Europa 195 mila vittime e 560 miliardi di euro di danni. Confrontando i dati dei diversi Paesi Ue, si scopre che l’Italia è terza, dopo Germania e Francia, per numero di vittime e perdite economiche. Negli ultimi trent’anni, il nostro Paese ha fatto registrare 22mila morti e 92 miliardi di euro di danni per eventi meteo estremi.

La World Meteorological Organization (Wmo) ha evidenziato che i più gravi di questi eventi meteorologici, climatici e idrici estremi hanno causato 11.778 disastri negli ultimi 50 anni, con oltre due milioni di morti e danni economici per 3.980 miliardi di euro in tutto il mondo.

Secondo il rapporto del 2021 di Greenpeace dal 2013 al 2019 il danno economico per l’Italia provocato da alluvioni e frane, eventi estremi intensificati dal riscaldamento globale, è stato pari a 20,3 miliardi di euro, per una media di quasi3 miliardi ogni anno.

I costi di questo anno record? 11 miliardi di euro previsti solo per riparare i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Coldiretti stima in 6 miliardi i danni al settore agricolo (tra coltivazioni e infrastrutture), con un taglio del 20% della produzione di vino, mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere, dimezzato anche il raccolto di miele.

Quindi assodato che non si tratta di una semplice percezione ma che l’incremento annuo di eventi estremi è reale e documentato ed è quasi esponenziale, con associati altissimi numeri di morti e costi, cosa frena i Governi a prendere adeguate contromisure? Ad oggi l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici e la politica continua a tutelare gli interessi dell’industria del petrolio piuttosto che adottare politiche climatiche serie.

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici, una legge contro il consumo del suolo e per la rigenerazione urbana e investimenti sulla prevenzione, piuttosto che sulla gestione delle emergenze, permetterebbero un risparmio del 75% delle risorse spese per riparare i danni.

Per approfondire:

Il rapporto di città clima di Legambiente per il 2023

Immagine di copertina: Infografica Città clima di Legambiente