PNRR e “attenzione al tema del riequilibrio territoriale”

Questo e’ l’incipit del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che verra’ discusso proprio oggi in Consiglio dei Ministri per poi passare al voto delle Camere lunedi’ e martedi’.

In particolare ecco cosa leggiamo un po’ piu’ avanti nella premessa a firma Draghi: “Tra il 1950 e il 1973, il PIL per abitante è cresciuto in media del 5,3 per cento l’anno, la produzione industriale dell’8,2 per cento e la produttività del lavoro del 6,2 per cento. In poco meno di un quarto di secolo l’Italia ha portato avanti uno straordinario processo di convergenza verso i paesi più avanzati e il reddito medio degli italiani è passato dal 38 al 64 per cento di quello degli Stati Uniti e dal 50 all’88 per cento di quello del Regno Unito. Tassi di crescita cosi eccezionali sono legati ad aspetti peculiari di quel periodo, in primo luogo la ricostruzione post-bellica e l’industrializzazione di un Paese ancora in larga parte agricolo, ma mostrano anche il ruolo trasformativo che investimenti innovazione e apertura internazionale possono avere sull’economia di un Paese.”

Ma il Mezzogiorno ha conosciuto anch’esso un suo periodo d’oro. E si è verificato proprio tra il 1950 e il 1973 (il più alto tasso di crescita dal 1861 in poi). Nel 1973 il Pil pro capite del Sud arrivò al 60,5 di quello del Centro-Nord (quasi otto punti in più rispetto al 1950, all’avvio della Cassa del Mezzogiorno, quando era fermo al 52,9) un risultato mai più raggiunto negli anni successivi. In pratica il primo ministro forse ha perso l’occasione di sottolineare che questo periodo coincideva con gli investimenti ingenti sul Meridione che avvennero in quegli anni mediante rigorosi progetti di crescita finanziati dalla cassa del Mezzogiorno. E invece su 5 pagine di premessa questa e’ la parte che ci riguarda: “Il 40 per cento circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale.”

A testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale? Quindi e’ un requisito essenziale o e’ solo un contentino?

Senza voler scendere in inutili polemiche, ci chiediamo se il 40% di investimenti destinati al Sud sia in linea con le richieste dell’Europa, vincolanti sul badget e sulla spesa dei 219 miliardi, dei fondi destinati all’Italia proprio per colmare il differenziale tra Meridione e Settentrione che gioverebbe all’intera economia Nazionale e quindi a quella Europea.

Il documento e’ consultabile e scaricabile qui: https://www.scribd.com/…/PNRR-Italia-23-Aprile-2020-R

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